Rievocazione storica dal 2006
LA STORIA VA IN SCENA
Il Corteo storico Carlo V, Tiberio de Lisolis e la Municipalità 1521-1522 a San Severo è stato ideato e organizzato nel 2006 per promuovere
“l’Incontro tra Popoli e costruire una cultura di Pace”
Collaborano e partecipano: adulti, famiglie e gli alunni delle scuole cittadine, ove si tengono convegni propedeutici alle attività per far conoscere la storia della città. Gli studenti partecipano ai progetti di: Teatro e a fine anno mettono in scena momenti significativi della storia cittadina; presentano Il Rinascimento a tavola; la moda nel XVI secolo …..
Le parole chiave per realizzare il Corteo sono: risorse locali, condivisione, partecipazione, coinvolgimento al fine di promuovere un concreto recupero dei valori essenziali dell’uomo quali la sua storia, la sua cultura e le sue tradizioni capaci di costruire e/o rinsaldare i vincoli di appartenenza ad una comunità. In un momento in cui il tempo è solo il presente e la globalizzazione crea spaesamento, eccedenze e disponibilità, si ripensa il concetto di tradizione. Per questo si sente il bisogno di tornare alle radici che danno sicurezza e identità. In questo contesto si inserisce il Corteo che, nel rappresentare il nostro passato, accredita il concetto di tradizione e rifonda l’insieme di una comunità. Di qui la funzione sociale che esso svolge. Inoltre porta gli studiosi a rileggere i documenti, nella consapevolezza che ogni nuova lettura non invalida le precedenti bensì le affianca.
“Il passato ricomincia col presente e progetta il futuro”
Si vuole dare alle giovani generazioni l’orgoglio dell’appartenenza, l’amore per la propria terra e soprattutto si vuole educare al “Dovere della Memoria”. Di qui la necessità di far conoscere un periodo molto importante della storia per l’Italia e l’Europa quale il Rinascimento e l’importanza dell’imperatore Carlo V nella storia del XVI secolo. Si vuole valorizzare il patrimonio storico, culturale, ambientale, letterario, artistico, umano, per riscopre il valore di ciò che si possiede e rivivere il patrimonio storico con sapienza e amore, tutto ciò è la premessa per suscitare emozioni e passioni intorno a cui si consolida il tessuto sociale, si producono occasioni di nuovi incontri e si rafforzano gli antichi legami. L’intento è portare alla luce radici lontane eppure estremamente attuali, improntate ai grandi valori della tradizione; promuovere scambi culturali che consentano un sistema di integrazione tra popoli del Mediterraneo per costruire una cultura di Pace.
La rievocazione, unitamente a convegni e seminari di studi, stimola la ricerca e impegna gli studiosi a dare una più puntuale rilettura degli avvenimenti anche alla luce della storia di oggi, del ruolo che ebbero alcune Magistrature nella città nel periodo in oggetto… San Severo, città capoluogo di Capitanata e del Molise, insieme a Capua, era un serbatoio di ricchezza, tanto che aveva una sua zecca e batteva moneta, aveva una sua guarnigione il Tercios sansevero. La rievocazione riporta in luce le floride condizioni economiche della città importante centro di commercio e i molteplici aspetti della vita cittadina nel Rinascimento e fa conoscere l’organizzazione civile, amministrativa, laica e religiosa della città e del territorio di appartenenza, mettendo in luce la figura del Sindaco Tiberio Solis (de Lisolis) 1521-22, diplomatico e ambasciatore presso Carlo V,che ha avuto rapporti con l’imperatore per conservare libera e inalienabile la città di San Severo. Tutti i testi di storia locale e non si soffermano anche sulla venuta (?) del grande Imperatore a San Severo: “La permanenza di Carlo V in città fu quasi un evento giubilare, dimorò nel palazzo di fronte alla chiesa di San Severino nelle case di Geronamo Torres di Luca, i cittadini lo colmarono di una serie di doni dei prodotti dei campi, guadagnandosi la fama di gente molto ospitale. Lo accolse il clero e dai Casali giunsero intere famiglie, tanti erano i nobili e i notabili sia spagnoli che del posto”.
NB: Tutto ciò che occorre alla Rievocazione è frutto di maestranze locali: dagli abiti dei rievocatori, alle pitture inserite nei gonfaloni, questo per valorizzare le potenzialità che insistono sul territorio.



I Personaggi Principali della Rievocazione
CARLO V IMPERATORE (1500- 1558) Il precursore dell’Europa Unita, “Difensore della fede”, uno degli Uomini che hanno cambiato la Storia; sul cui Impero non tramontava mai il sole; il grande tra i grandi; l’ultimo Imperatore incoronato da un Papa… L’imperatore Carlo V è il cardine intorno al quale si realizza la più spettacolare svolta della storia moderna” ( Salvador de Madariaga). Siamo nel pieno Rinascimento e Carlo V rappresentava la centralizzazione politica, la libertà economica, il capitalismo, la tendenza all’uguaglianza civile, la fine dei privilegi locali, l’emancipazione delle campagne. I comuni difendevano la politica dei monopoli, il corporativismo basato sui privilegi. Anche in Spagna si assisteva allo scontro tra i due modelli di economia e di politica: una cosmopolita, liberale e capitalista e l’altra medievale, chiusa, gerarchizzata. Non diversamente accadeva nei possedimenti italiani di Carlo V. Gli Stati italiani conservavano il loro particolarismo e i piccoli despoti, che li governavano, li privavano del dinamismo che essi avevano conosciuto durante le autonomie repubblicane. Solo due monarchie: la Francia e l’Inghilterra potevano costituire un ostacolo al programma dell’Impero universale. Carlo creò con i matrimoni una rete di unioni dinastiche con le quali tentò di costituire il più vasto impero di tutti i tempi. Nell’impero vi erano elementi di debolezza: da una parte gli stati ricchi, evoluti con sviluppo marittimo e capitalistico; dall’altra, al centro dell’Europa, gli stati a sviluppo feudale. L’impero era separato geograficamente tra Europa e America. Per riunificarlo sia in Europa che in Italia Carlo V avrebbe dovuto conquistare la Francia e questa ostilità con Francesco I rese anche l’Italia teatro delle loro battaglie. A questo si aggiunge che nel Mediterraneo dovette combattere contro i Turchi, avviando quasi una nuova crociata per difendere la Cristianità. La Francia e il cristianissimo Francesco I si allearono con i Turchi (1535) pur di contrastare Carlo V. L’Italia in questo momento era al centro degli interessi delle potenze europee: Carlo V aveva interesse a strappare alla Francia il Ducato di Milano, Francesco I non voleva perdere il controllo dell’Italia del nord per un sbocco maggiore nel Mediterraneo. Le nuove guerre in Italia iniziarono nel 1521. Carlo era in grado di dominare tutta l’Italia e questo preoccupò il papa Clemente VII, si formò così un’alleanza tra Francia, Venezia, Firenze e Stato della Chiesa. Carlo inviò in Italia un esercito di Lanzichenecchi, soldati tedeschi, mercenari e luterani e si ebbe il sacco di Roma (6 maggio 1527). Questo fu un episodio devastante che portò lo stesso imperatore ad intervenire per fermare le eccessive violenze. Si raggiunse un accordo: Francesco I e Clemente VII si impegnarono a non contrastare il dominio di Carlo V in Italia. Nel febbraio del 1530 il papa incoronò Carlo V re d’Italia e imperatore del Sacro Romano Impero. Ma la pace non durò a lungo, il conflitto con i francesi e i turchi riprese e si trascinò a lungo, minando l’economia della Francia e della Spagna. L’ambizioso disegno di un impero universale fallì soprattutto in Germania; fu inutile anche il tentativo di difendere dai turchi la Cristianità. Con la Pace di Augusta (1555) Carlo dovette riconoscere anche la libertà di religione luterana o cattolica dei principi tedeschi, egli, che aveva osteggiato Lutero e sollecitato il Concilio di Trento. Anche l’idea dell’unità dell’impero universale, fondata sull’unità della Cristianità, tramontava per sempre. La solidarietà cristiana era spazzata via e con essa spariva l’ultimo caposaldo dell’unità d’Europa. Carlo si ritirò in Spagna nel 1556, stabilendosi nel convento di Yuste nell’Estremadura, con l’intenzione di condurre una vita più tranquilla e in preghiera, senza tuttavia rinunciare ad alcuna attività politica: infatti, durante gli anni che gli rimarranno da vivere, intervenne spessissimo con dispacci imperiali in aiuto del figlio. Il più potente monarca della storia uscì di scena in modo inconsueto. Il sovrano, sul cui impero non tramontava mai il sole, si spense per malaria poco prima delle due e mezza del mattino del 21 settembre 1558 a Yuste, a 58 anni. Va ricordata la sua politica di integrazione dei popoli, è suo l’assenso teso a favorire l’insediamento degli albanesi nell’Italia meridionale. Carlo V tracciò un trittico che seguì per tutta la vita: difendere la religione cattolica, mantenere l’unità fra i popoli cristiani dei suoi domini e non aspirare a conquistarne altri.
Un esempio di multiculturalità, di integrazione, di scontro-incontro di civiltà che oggi come allora, o forse più di allora, sono gli ingredienti indispensabili per scoprire o rintracciare le radici comuni tra i popoli europei e per costruire quel ponte di tolleranza che, favorendo la reciproca conoscenza, consente di costruire la Pace.
Pubblicazione

Carlo V- Itinerari contemporanei in cornici storiche di Rosa Nicoletta Tomasone, ed. Milella (Le) 2023.
TIBERIO de LISOLIS Sindaco di San Severo negli anni 1521-22. Nel 1521 la città fu venduta dal vicerè Raimondo di Cardona per quarantamila ducati a Ferrante de Capua duca di Termoli, prima che costui ne prendesse possesso il sindaco andò a Worms, dove il 16 marzo era fissata la data della vendita, e presentò a Carlo i diplomi di Roberto D’Angiò, di Giovanna I e degli Aragonesi che dimostravano che la città era demaniale e inalienabile. Nonostante le prove fossero evidenti, all’imperatore occorreva denaro per affrontare le continue guerre, pertanto dichiarava la vendita ben fatta. Di fronte a questa decisione il celebre sindaco, ambasciatore e diplomatico presso Carlo V, non si perse d’animo e ritornò dall’imperatore a Gand e gli offrì duemila ducati in più perché potesse riscattare e aggiudicarsi la città al posto del duca di Termoli. La proposta venne ben accolta e, con diploma del 9 maggio 1522, San Severo fu resa ancora una volta perpetuamente regia e inalienabile. Nella sala consiliare di Palazzo di Città a San Severo se ne può ammirare il volto in un medaglione e a lui è intesta un’importante arteria cittadina.
A cura del Centro Einaudi è stato pubblicato il lavoro, frutto di ricerche d’archivio:
Carlo V e Tiberio de Lisolis, Lettere inedite 1521- 1558 di Rosa Nicoletta Tomasone e Francesco Totaro, ed. Levante, Bari 2016
Organismi Amministrativi, Organizzazione Sociale
La città di San Severo era governata da quaranta Reggimentari (vi è Via dei Quaranta), i quali erano nobili cittadini che governavano con onestà per il bene di tutti, la loro carica durava un anno e Carlo V la rese ereditaria (nel 1536 (?) quando visitò San Severo). Costoro eleggevano nel loro ambito quattro Rettori che erano il Mastrogiurato e tre Sindaci.
MASTROGIURATO: a lui spettava riunire il Consiglio della città tutte le volte che lo riteneva opportuno, durava in carica cinque anni e presiedeva alle fiere ed ai mercati con facoltà di giudice. I mercati e le fiere si tenevano in Piazza Mercato oggi (Piazza Carmine) ove si trova il palazzo denominato “Loggia del Mastrogiurato”.
I SINDACI : dovevano essere di agiate condizioni economiche e timorati di Dio, il loro incarico era annuale, custodivano le strade ne sorvegliavano la pulizia e le occupazioni arbitrarie. Distribuivano ai poveri gli averi di chi moriva senza eredi.
PRESIDE della REGIA UDIENZA si ricorda Giulio Ferretti morto a San Severo l’8 marzo 1547 e sepolto nella chiesa della SS. Trinità detta anche dei Celestini. La città era sede di un importante tribunale e il giureconsulto Ferretti aveva il ruolo di amministratore di giustizia, incarico conferitogli da Clemente VII e Carlo V. Illustre studioso di diritto, in questa città scrisse trattati di varia natura.
Agostino Columbre nativo di San Severo, veterinario di corte tra i più dotti del Rinascimento, scrisse opere scientifiche sui cavalli.
I CASALI in quegli anni vi erano, intorno a San Severo, dieci Casali o castelli, sottoposti alla sua giurisdizione: Sant’Antonino, Sant’Andrea, Motta del Lupo, Motta della Regina, Motta del Belvedere, Oliveto, Casalorda, Santa Giusta, San Matteo, San Ricciardo.
LE PARROCCHIE: San Severino, San Nicola, Santa Maria in Strada e San Giovanni. Nei testi pervenutici si legge che i dignitari, preceduti dal clero, accolsero con calore l’imperatore.
IL TERCIOS San Severo, alabardieri di una guarnigione che stanziava nei pressi della città, agli ordini del maestro di campo e del conte palatino.
Si aggiungono: Conestabile, Cancelliere, Cerimoniere, Dame, Paggi, Alfieri che sono anche tra i personaggi del Corteo.
A cura del Centro Einaudi sono stati pubblicati:
Corteo storico Carlo V a San Severo, di Rosa Nicoletta Tomasone, Grafiche Sales 1^ e 2^ ed. 2007/ 2009, San Severo